Le piccole e medie imprese risultano essere oggi ancora in notevole difficoltà; l’imprenditore ha fortunatamente abbandonato le paure di ieri; ha raggiunto l’indifferenza, ormai deluso dalle politiche economiche ed associative messe in campo in questi ultimi anni; politiche che a nulla hanno portato per i soggetti che hanno ancora voglia di fare e , strano ma vero, questa indifferenza lo aiuta a muove passi piccoli ma costanti.
L’imprenditore concreto però; animato da spirito sociale; pur con una sana dose di centrismo, male funziona in un sistema preconfezionato che nulla investe sull’educazione al valore della “differenza e della vera creatività”; poco investe su una nuova cultura che favorisca l’ abitudine al cambiamento, che male gestisce la formazione fatta al capitale umano per farne emergere i talenti soffocati.
Ci si “arrangia” senza riuscire a pianificare il proprio futuro vivendo il presente senza spazio e tempo per guardare allo sviluppo.
L’economia nazionale è inevitabilmente immagine di tutto questo.
Oggi più di eri il tessuto sociale è fatto di piccoli imprenditori che avrebbero bisogno di delegare l’attività manageriale riguardante i rapporti con l’amministrazione ed i vari enti, il credito, lo sviluppo commerciale; la crescita organizzativa snella ma efficace.
Per contro lo stesso imprenditore dovrebbe continuare a mantenere nelle proprie mani il timone ( la coda del gabbiano) dell’attività produttiva di sviluppo e di ricerca.
Imprenditori capaci che non riescono ad aprire le loro splendide ali perché appesantiti dalla burocrazia; dalle regole; dai dogmi che la società che abbiamo costruito impone.
Come aiutarli dunque a continuare il proprio volo muovendoli verso orizzonti non difficili?
Va sicuramente svolta un’azione di rafforzamento delle risorse; con inserimento e sviluppo di strumenti ritagliati su misura; strumenti collegati gli uni agli altri per il raggiungimento di un obiettivo comune.
Spesso incontro aziende che non mettono in minima relazione gli strumenti che già adottano per il raggiungimento dei propri obiettivi e che male fanno funzionare la macchina tanto faticosamente costruita; impera la mancanza di lavoro di squadra; è assente un vero rapporto di collaborazione fra funzioni, manca la conoscenza vera e non immagine dell’attività di marketing di qualche istituzione o associazione.
C’è poi l’imprenditore che accentra tutto su di se; ha un quadro di insieme ampio; vede i bisogni della sua azienda, ma non riesce ad attuare ciò che il proprio, peraltro giusto; sentire/ pensiero imporrebbero per esprimere e sviluppare a pieno la propria attività.
La diffidenza la può fare farsi aiutare da risorse esterne; ma regna la diffidenza e la mancanza di fiducia; scottati da consulenti teorici; da commercialisti superficiali; da personale bancario impreparato.